martedì 20 marzo 2012

I produttori di plastica spingono la EN13432


I produttori italiani di materie plastiche, riuniti nell'associazione PlasticsEurope Italia in seno a Federchimica, hanno rotto il silenzio sui bioshopper appoggiando chiaramente la scelta di privilegiare il riferimento allo standard UNI EN 13432 nel definire i criteri di biodegradabilità dei sacchetti esclusi dal bando. Posizione definita "in piena sintonia con la visione del Governo e in particolare con le dichiarazioni rese in merito dal Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini".

"Non esistono altre norme europee riguardanti la biodegradabilità degli imballaggi in plastica - afferma PlasticsEurope Italia in una nota - Invocare altri criteri di biodegradabilità è fuorviante per un mercato che ha invece bisogno di chiarezza". Per i produttori di materie plastiche, inoltre, il dibattito dovrebbe essere riportato all'interno della revisione della Direttiva imballaggio in discussione a Bruxelles, considerata la "sede unica per un dibattito, quello sulla biodegradabilità, che, se circoscritto all’ambito nazionale, rischierebbe di lasciare produttori, utilizzatori e consumatori in una condizione di totale incertezza".

La posizione di PlasticsEurope non stupisce se si esce dagli stereotipi e dalle demarcazioni ideologiche assunte negli ultimi mesi tra fautori e critici delle bioplastiche. I biopolimeri sono pur sempre materie plastiche, ottenute o meno da risorse rinnovabili, biodegradabili o no. Se poi si aggiunge che i principali produttori italiani sono oggi impegnati in questo segmento emergente del mercato (Polimeri Europa, Novamont, M&G, per citarne alcuni), la decisione appare meno sensazionale di quanto potrebbe sembrare di primo acchito.

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