mercoledì 27 luglio 2011

Bando dei sacchetti di plastica: parere contrario dalla Commissione Europea

Il bando italiano dei sacchetti di plastica non biodegradabili non è piaciuto alla Commissione Europea, né per i modi né per il contenuto: ad aprile arrivò il primo avviso di mora per la mancata notifica alla Commissione, e ora spunta una nuova comunicazione da Bruxelles: pollice verso anche per i contenuti del divieto. Si attende ora una risposta dall’Italia.

Alla Commissione Europea il bando dei sacchetti voluto dal Ministero dell’Ambiente italiano non è piaciuto: prima per la mancata notifica, di cui avevamo già scritto, e ora per il contenuto in sé.

Dopo la prima comunicazione inviata dal Commissario dell’Ambiente Janez Potocnik, in cui si sollecitava il Ministro Prestigiacomo ad inviare a Bruxelles la bozza del decreto – già entrato in vigore, ma in assenza di sanzioni e regolamenti attuativi – il Ministero ne ha da poco ricevuta un’altra, passata tuttavia sotto silenzio.


La conferma del parere negativo espresso da Bruxelles ci è stata data dall’ufficio stampa del Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, che non ha tuttavia potuto diffondere documenti e comunicazioni poiché “la discussione fra le due parti è ancora in corso”.

Non è ancora dato conoscere con esattezza le ragioni che hanno indotto la Commissione a esprimere un parere negativo sul bando italiano. Potrebbe essere a causa di una violazione del libero mercato, per incompatibilità con le direttive europee che regolano gli imballaggi o per il fatto che al programma di adattamento progressivo previsto in origine dalla L.206/06 non è mai stato dato inizio.

Non va dimenticato il precedente francese: nel 2006 l'opposizione della Commissione indusse la Francia a ritirare un provvedimento molto simile, che non entrò mai in vigore.

Ad oggi gli esiti del dibattito non sono facili da prevedere e la Commissione “attende una risposta dal Ministero dell’Ambiente Italiano”.

Non solo la Commissione. Da mesi commercianti, distributori e produttori di sacchetti attendono di conoscere i regolamenti attuativi ancora mancanti,a più di sei mesi dalla diffusione del comunicato stampa che annunciava l'entrata in vigore del bando.

I punti chiave restano infatti ancora tutti da chiarire: che cosa il Ministero intenda esattamente per "biodegradabile" (Per ora si è sempre fatto riferimento alla normativa UNI EN 13:432, che tuttavia determina gli standard per la compostabilità e non la biodegradabilità); se i sacchetti prodotti con additivi saranno ammessi al commercio; se sarà indicato uno spessore minimo delle buste per poter essere considerate riutilizzabili; in quali sanzioni incorreranno produttori e commercianti che non rispetteranno il divieto.

fonte: eco delle città

Polemiche sul bando dei sacchetti, la parola a Bruxelles: cosa dice la Commissione Ambiente

Eco dalle Città ha chiesto allo staff del Commissario per l'Ambiente Janez Potocnik dei chiarimenti sulla discussione in atto fra Ministero dell'Ambiente italiano e Commissione Europea, che ha per oggetto il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili.

"Per quanto riguarda il divieto di sacchetti di plastica che è previsto dalla legge italiana 296/2006, la Direzione Generale Ambiente ha lanciato un'indagine sulla eventuale inosservanza, da parte dell’Italia di due direttive: la 94/62/CE e la 98/34/CE.
Dopo l'indagine svolta ad aprile 2011, la Commissione inviò una lettera di costituzione in mora per l'Italia, sostenendo una violazione dell'obbligo di notifica ai sensi delle due direttive.

Anche se al momento la procedura di infrazione riguarda solo la violazione dell'obbligo di notifica, la Commissione sta continuando ad esaminare la questione relativa alla libera circolazione delle merci ai sensi della direttiva imballaggi.

A questo proposito, nel luglio 2011 la Commissione ha presentato osservazioni per l'Italia che riguardano le misure proposte dalle autorità italiane.

La Commissione non esclude nessun ulteriore passo appropriato per l'attuazione della direttiva 94/62/CE e 98/34/CE.

Detto ciò, va rilevato che la Commissione Europea è preoccupata dai dati sul consumo attuale di sacchetti di plastica, che presto potrebbe non essere più sostenibile.

Per questo motivo sono stati recentemente avviati uno studio e una consultazione delle parti interessate per analizzare la portata del problema, valutando le soluzioni possibili per ridurre l'uso di sacchetti di plastica".

La consultazione delle parti interessate (cittadini compresi, NdR) terminerà il 9 agosto 2011.

lunedì 18 luglio 2011

Bottiglie PET: in Europa se ne riciclano di più

Petcore e EuPR hanno presentato i dati 2010 sulla raccolta e riciclo di bottiglie PET in Europa.

L'anno scorso, la raccolta differenziata e il riciclo di questi imballaggi ha raggiunto 1,45 milioni di tonnellate, ovvero il 48,3% di quanto immesso al consumo. Si tratta di un dato in crescita del 6,5% rispetto al 2009, (1,4 milioni di tonnellate), che a sua volta aveva registrato un incremento dell'8% sul precedente, segno che esiste ancora un potenziale inespresso (e capacità ancora da saturare). Segnali positivi vengono dall'export di rifiuti plastici verso il Far East, in calo per il secondo anno consecutivo.

Circa un quarto del PET rigenerato in Europa, circa 250.000 tonnellate di polimero, viene nuovamente soffiato in contenitori, gli impieghi nelle fibre poliestere sono scesi poco sotto il 40% del totale (anche se in termini assoluti i volumi sono lievemente aumentati), mentre la produzione di reggette (strapping) è lievemente risalita dopo la crisi del 2009 e oggi vale oggi circa 100.000 tonnellate di RPET. Altre 25.000 tonnellate di rigenerato finiscono nel settore delle lastre APET.

Le due associazioni stimano una capacità di riciclo, a livello europeo, pari a 1,7 milioni di tonnellate, pari a un tasso di utilizzazione dell'80%, che supporterebbe un ulteriore incremento della raccolta differenziata a livello continentale.

Buone notizie per i riciclatori europei vengono dal fronte dell'export di bottigle PET verso l'Estremo Oriente, che segna per il secondo anno consecutivo una flessione, dal 16% del 2009 al 13% dello scorso anno; in lieve decremento anche le importazioni di bottiglie in balle provenienti da mercati extra-UE.

Per quanto concerne i diversi paesi europei oggetto dell'indagine, tutti ad eccezione di due hanno raggiunto l'obiettivo di riciclare almeno il 22,5% dei packaging in plastica fissato dalla Direttiva europea sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (in Italia la quota è di poco superiore al 34%). In alcuni paesi virtuosi, questa percentuale ha superato il 70%.

Petcore (PET containers recycling Europe) è un'associazione europea che promuove il riciclo post-consumo di PET, mentre EUPR rappresenta a livello europeo le aziende che si occupano di riciclo meccanico di materie plastiche in generale; attraverso le associazioni nazionali (in Italia Assorimap), rappresenta circa l'80% della capacità installata a livello continentale.

fonte: plasticaverde.eu

lunedì 11 luglio 2011

Bioplastics Conference di Torino: pronti a partire


E' stato definito il programma della Bioplastics Conference in programma a Torino il prossimo 21 settembre, organizzata da Proplast, in collaborazione con PlasticaVerde e Polimerica.
Interverranno alcuni importanti produttori di biopolimeri, trasformatori e costruttori di macchine e impianti di lavorazione.
Il taglio dell'evento sarà infatti tecnico applicativo, con la presentazione di alcuni casi di successo che vedono la collaborazione di tutti i soggetti della filiera: fornitori dei materiali, in primo luogo, ma anche costruttori degli impianti di trasformazione e delle attrezzature ausiliarie e produttori dei manufatti in bioplastica.

Due le sessioni previste, dopo un introduzione generale sul mercato attuale e le prospettive future, sia dal lato della domanda che da quello della disponibilità di materie prime bio-based. La prima sessione affronterà l'impiego di biopolimeri nel settore degli imballaggi, la seconda – nel pomeriggio – si dedicherà invece al segmento dei beni semi-durevoli. La conferenza è organizzata dal Consorzio Proplast, in collaborazione con il Polo Regionale di Innovazione Agroalimentare, il Polo Regionale di Innovazione per la Chimica Sostenibile, i nostri magazine online Plastica Verde e Polimerica, la Camera di Commercio di Torino e l'associazione European Bioplastics.
Per informazioni e iscrizioni: Bioplastics Conference

fonte: plasticaverde.eu

mercoledì 6 luglio 2011

Divieto europeo agli shopper in plastica: IK non ci sta


C'è fermento all'associazione di produttori tedeschi di imballaggi (IK - Industrievereinigung Kunststoffverpackungen), per la messa al bando a livello europeo dei sacchetti per la spesa in plastica non biodegradabile. Come non piace la consultazione online sul tema lanciata dalla Commissione Europea, che conterrebbe 850 sacchetti l'anno procapite, priva però di fonte attendibile.

Un altro aspetto contestato dai produttori di packaging riguarda l'assunto, che i nuovi shopper possano biodegradarsi nell'ambiente in breve tempo, senza alcuna influenza esterna. Secondo IK, l'unica possibilità di far sparire i sacchettio bio è di avviarli a impainti di compostaggio industriale.

L'Europa punta ad un solo obiettivo: mettere al bando i sacchetti in plastica al solo scopo di ridurre la quantità di rifiuti. Ma, non si tiene conto che i sacchetti sono prodotti con polietilene facilmente riciclabile. Non sono quindi rifiuti post-consumo in senso stretto, ma materia seconda con un valore di mercato.
La Germania possiede un sistema di gestione rifiuti che funziona in modo eccellente, tanto che oltre il 90% dei sacchetti in plastica sono raccolti e riciclati, quota che continua a crescere.
Il bando finirebbe così per colpire i paesi più virtuosi, che hanno implementato con maggiore efficacia la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio.

Il bando ai sacchetti in plastica entrato in vigore in Italia dimostra che il paese non è in grado di far funzionare adeguatamente il sistema di raccolta e riciclo, dando quindi un messaggio sbagliato alla popolazione continuerà a buttarli via come prima. Per i produttori tedeschi, sarebbe preferibile educare la popolazione a raccogliere e riciclare i sacchetti, solo in questo modo si protegge l'ambiente e si risparmiano risorse.

fonte: polimerica