mercoledì 6 luglio 2011

Divieto europeo agli shopper in plastica: IK non ci sta


C'è fermento all'associazione di produttori tedeschi di imballaggi (IK - Industrievereinigung Kunststoffverpackungen), per la messa al bando a livello europeo dei sacchetti per la spesa in plastica non biodegradabile. Come non piace la consultazione online sul tema lanciata dalla Commissione Europea, che conterrebbe 850 sacchetti l'anno procapite, priva però di fonte attendibile.

Un altro aspetto contestato dai produttori di packaging riguarda l'assunto, che i nuovi shopper possano biodegradarsi nell'ambiente in breve tempo, senza alcuna influenza esterna. Secondo IK, l'unica possibilità di far sparire i sacchettio bio è di avviarli a impainti di compostaggio industriale.

L'Europa punta ad un solo obiettivo: mettere al bando i sacchetti in plastica al solo scopo di ridurre la quantità di rifiuti. Ma, non si tiene conto che i sacchetti sono prodotti con polietilene facilmente riciclabile. Non sono quindi rifiuti post-consumo in senso stretto, ma materia seconda con un valore di mercato.
La Germania possiede un sistema di gestione rifiuti che funziona in modo eccellente, tanto che oltre il 90% dei sacchetti in plastica sono raccolti e riciclati, quota che continua a crescere.
Il bando finirebbe così per colpire i paesi più virtuosi, che hanno implementato con maggiore efficacia la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio.

Il bando ai sacchetti in plastica entrato in vigore in Italia dimostra che il paese non è in grado di far funzionare adeguatamente il sistema di raccolta e riciclo, dando quindi un messaggio sbagliato alla popolazione continuerà a buttarli via come prima. Per i produttori tedeschi, sarebbe preferibile educare la popolazione a raccogliere e riciclare i sacchetti, solo in questo modo si protegge l'ambiente e si risparmiano risorse.

fonte: polimerica

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