giovedì 3 novembre 2011

“La Società del Riciclo”. Plastica: se modulassimo il contributo ambientale sulla base della riciclabilità del prodotto?



Una delle suggestioni emerse nel convegno “La Società del Riciclo” che si è svolto a Genova il 26 e 27 ottobre 2011. Le risposte di Jan-Erik Johansson (Plastics Europe) e Luca Piatto (CONAI).

Il 26 e 27 ottobre 2011 si è svolto a Genova il convegno internazionale “La Società del Riciclo: attuazione pratica della direttiva quadro sui rifiuti a livello locale e regionale”, organizzato da Acr+ (l’Associazione delle Città e le regioni per il riciclo e lo sviluppo sostenibile) e AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), in collaborazione con il Comune di Genova e Amiu Genova e con il contributo di Cns, ERICA soc. coop. e Novamont spa.

In Italia circa il 30% della plastica raccolta con la differenziata viene riciclato, il resto finisce a recupero energetico o va in discarica. “E se ci fosse una imposizione fiscale più forte su quelle plastiche difficilmente riciclabili, se ne disincentiverebbe l'immesso sul mercato?” è stata una delle suggestioni emerse nel corso del dibattito durante la sessione su raccolta differenziata e riciclo.

“Se vogliamo eliminare la plastica dalla discarica – è stata la risposta di Jan-Erik Johansson, North Region Dir. and Resource Efficiency Programme di Plastics Europe (EU) - dobbiamo cernire, raccogliere e rilavorare. Abbiamo dimostrato in varie aree d'Europa che è possibile cernire la plastica al 78% e dividerla ai componenti individuali, pulirla e trasformarla in prodotti secondari. Però ovviamente, questo non accade in un giorno, è un lungo viaggio per tutta l'Europa, che dovrà costruire infrastrutture e mettere a punto un'industria della rilavorazione della plastica. Questo sarà il passo avanti. Noi vediamo l'embrione in alcune zone d'Europa. Credo che sarà possibile ma ovviamente le società dovranno investire nelle infrastrutture e ci vorranno più persone che entrino in questa industria. E non vogliamo che la plastica sia esportata in Cina, ma che venga riciclata in Europa. Vogliamo vedere la raccolta differenziata della plastica, la cernita e la rilavorazione di questa plastica in Europa”.

“Il contributo diversificato per la plastica – ha affermato Luca Piatto, Area Rapporti con il Territorio CONAI - venne preso in considerazione, ma si decise di non perseguirlo. Una situazione simile ci fu quando uscì la seconda direttiva sugli imballaggi e vennero introdotti degli obiettivi diversificati per le filiere, anche in quel caso la posizione del Conai non era favorevole a questo tipo di impostazione. La motivazione era la seguente: non si voleva entrare influenzando delle dinamiche concorrenziali, in quel caso tra i vari tipi di materiali. E' la stessa ragione che fece decidere di mantenere un unico contributo per la plastica”.


fonte: ecodellecittà

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