mercoledì 30 novembre 2011

Shopper: quale futuro per il bando?


Tra le grane che il nuovo Ministro dell'Ambiente Corrado Clini dovrà affrontare, c'è anche il bando alla commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili, che a undici mesi dall'entrata in vigore non ha trovato ancora una regolamentazione a livello nazionale: mancano, tra le altre cose, una definizione della tipologia di sacchetto oggetto del divieto, i riferimenti sulla biodegradabilità e il regime sanzionatorio; che non sono proprio dettagli...

Che fine ha fatto il DDL? Il Disegno di legge che avrebbe dovuto regolare la materia, presentato dall'ex ministro Stefania Prestigiacomo in Consiglio dei Ministri il 3 agosto scorso, può definirsi decaduto e  difficilmente potrà essere riesumato nella stessa forma dal nuovo esecutivo, non avendo ricevuto parere positivo, a quanto ci consta, dalla Commissione Europea, interpellata in aprile dal Ministero. Ripresentarlo pari pari costerebbe al paese una seconda procedura d'infrazione. La prima, per altro, potrebbe partire nei prossimi mesi: è quella relativa al provvedimento attualmente in vigore (Legge 296/06), emanato senza i decreti attuativi e - aspetto più rilevante per Bruxelles - senza la notifica preventiva alla Commissione Europea, come richiesto dalla Direttiva europea sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio 94/62/CE, che equipara il provvedimento a una norma tecnica. Vizio formale che proprio il DDL della Prestigiacomo avrebbe dovuto sanare.

E Monti? Uomo delle istituzioni e frequentatore di lungo corso dei corridoi di Bruxelles è anche il nuovo presidente del Consiglio Mario Monti, che difficilmente darebbe il via libera ad un provvedimento palesemente inviso alla Commissione Europea.

Status quo o nuova legge? E poco probabile, però, che il nuovo Governo ingrani la retromarcia sulla messa al bando degli shopper, ormai interiorizzata dagli italiani. Più probabile il mantenimento dello status quo, anche perchè sono altri e ben più gravi i problemi da affrontare. Ma non si può escludere una nuova regolamentazione del divieto, che possa soddisfare Bruxelles e, ci auguriamo, al tempo stesso evitare nuovi shock all'industria trasformatrice, specie in un momento così critico per l'economia e l'occupazione.
Buon lavoro, Clini.

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fonte: polimerica.it

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